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  • Marco Astracedi

Divulgazione scientifica: mala tempora?

Aggiornamento: 14 apr 2020


"Disegna un dinosauro", un workshop dedicato al mestiere di divulgatore scientifico e alla comunicazione visiva è stato un evento per pochi intimi.

Da diversi anni seguo la comunicazione della Settimana del Pianeta Terra, il festival scientifico dedicato alle Geoscienze. Quest'anno ho voluto dare un piccolo contributo in più al festival proponendo, in collaborazione con l'Accademia ACCA, un mio "geoevento" dedicato al rapporto tra comunicazione visiva e divulgazione scientifica... Ho voluto mettere la mia esperienza – come esperto di comunicazione visiva nel particolare e vasto settore dell'educational e della divulgazione scientifica – a disposizione del pubblico e in particolare a tutti gli studenti di ACCA (Accademia di Comics, creatività e Arti visive) soprattutto, ma non solo, a quelli dei corsi di Illustrazione, Graphic Design, Animazione 3D. Tramite i social, avevo invitato alcuni amici e conoscenti che lavorano nel settore (come comunicatori visivi oppure come ricercatori o divulgatori) ma, tra impegni lavorativi e distanze geografiche non mi aspettavo una loro folta presenza. Insegnando io ad ACCA, però, l'evento era soprattutto rivolto ai suoi studenti, i quali, salvo due eccezioni (che ringrazio vivamente) non si son fatti vivi.

Credo, anche a detta dei pochi partecipanti, che sia stato un seminario/conferenza/workshop denso di contenuti, articolato e interessante, e che ha visto un vivace scambio di idee con il piccolo pubblico... Piccolo perché costituito da solo OTTO persone (che ringrazio tutti per l'interesse e la partecipazione dimostrata).

Penso che questo piccolo dato si possa aggiungere ai molti altri sintomi del cattivo stato dell'interesse del grande pubblico per la scienza e del generale scadimento colturale che da decenni sta progressivamente avvenendo in Italia. Anche durante la conferenza sono saltati fuori argomenti come la progressiva scomparsa di riviste divulgative o la diminuzione dei loro lettori, o della superficialità e vuota spettacolarizzazione che sta sempre più coinvolgendo molti documentari.

Il disinteresse dimostrato dagli studenti per quello che è comunque un'importante settore di applicazione della comunicazione visiva nelle sue varie forme, indica non solo un preoccupante disinteresse culturale ma anche una miopia per il proprio futuro professionale ed economico, tagliandosi fuori già da subito da un'importante e crescente settore dell'economia mondiale (non italiana, ahimé).

A fronte di una miopia evidentissima anche nella nostra classe politica, che dimostra un disinteresse assoluto per la ricerca scientifica e la sua divulgazione (o dimostra interesse solo a parole, ma non certo nei fatti) le uniche lauree di cui sembra che il mercato del lavoro abbia grande bisogno sono quelle tecnico/scientifiche: mancano soprattutto ingegneri e medici... Purtroppo in altri campi scientifici i nostri ricercatori si rivolgono sempre di più all'estero, proprio per quella miopia politica di cui sopra.

Nel frattempo i nostri giovani sempre più mirano a diventare cantanti stile X-Factor o si laureano in Scienze della Comunicazione, mentre nascono sempre nuove scuole di arti applicate, più o meno simili ad ACCA, che sfornano ogni anno quintali di grafici che il mercato non è in grado di assorbire (e che vanno a svalutare economicamente l'esistent

e mondo professionale) o illustratori che si buttano quasi tutti nello stretto imbuto commerciale dell'illustrazione concettuale o per l'infanzia di alta fascia.

Sono certo che se la mia conferenza/workshop fosse stata dedicata a temi più "leggeri" ma di moda e più affini al superficiale immaginario in cui vengono cullati i nostri giovani, il mio pubblico di studenti sarebbe stato assai più numeroso. Se il tema fosse stato la comunicazione visiva per i talent show o, magari anche con un fittizio titolo da cattiva divulgazione scientifica, "Linee filetiche dei supereroi Marvel e loro interazione nel workflow produttivo cinematografico" sono certo che gli studenti di ACCA sarebbero stati più curiosi. Triste segno dei tempi...


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